Salò sabato 6 aprile ore 7: dopo le solite trafile ma stavolta molto snelle e un briefting molto dettagliato, finalmente sotto un cielo grigio partenza guidata di gruppo corricchiando fino alla vera partenza dei 160: si ride e si scherza con facce più o meno conosciute ma per oggi siamo tutti nella stessa barca e quindi tutti amici: è naturale, giusto ed è bello così.
Sembra di andare alla gita della parrocchia, in realtà ci aspettano 75 km e 4350 m di dislivello positivo: alla fine sono numeri, l'obiettivo di ognuno è arrivare a Limone, questo è quello che conta: ma conta anche e forse di più godersi il viaggio, perché di un viaggio si tratta, non solo attraverso paesini e valli ma anche all'interno di noi stessi e delle sensazioni che man mano vivremo.
Questo è quello che penso e quello che misteriosamente sembra di percepire da quel folto gruppo di persone vestite da atleti, che sono qui per mettersi in gioco, che darà, si spera, le medesime ma sempre nuove grandi emozioni: in fondo siamo qui per questo.
Si parte ognuno prende il suo passo, nello zaino quello che serve soprattutto se il tempo fa le bizze altra variante che fa parte del gioco, ma inutile preoccuparsi si prende quello che viene.
Parto tra gli ultimi ma so che va bene così, man mano prendo il ritmo, raggiungo qualcuno, qualche km insieme, ogni tanto un diverso compagno di viaggio momentaneo due parole, lo sguardo sul lago che a pensarci bene è il vero compagno di viaggio, quasi costante presenza dall'inizio alla fine.
E intanto scorrono i km tra paesini e loro abitanti, ulivi, stradine, muri a secco prati, chiese e sempre lui il Garda a controllare il tutto.
Passano i primi della 25 e poi man mano gli altri, le stradine cominciano a scendere perdendo la quota guadagnata in precedenza e senza quasi accorgerci arriviamo a Bogliaco: ristoro ben fornito come tutti del resto, Gargnano e poi su verso Briano da una stradina ciotolata tra due muri che ti porta su a incrociare la strada per Valvestino e poi dopo Sasso ancora su, nel bosco dove una nebbia autunnale avvolge tutto.
Segnaletica impeccabile anche esagerata a volte, hai sempre la certezza di essere sul percorso nonostante adesso sei da solo e questa nebbia non ti fa vedere dove sei ma l'importante è andare: arrivo a Briano dove gli Alpini ci hanno preparato un sacco di roba, prendo la pasta che mi gusto insieme perché no ad un bicchiere di birra e un caffè più varie ed eventuali.
Rispetto i 20 min di sosta che mi ero prefissato e che mi hanno distolto dalle prime 6 ore di gara, ringrazio e riparto insieme a qualche altro concorrente: tratto di sentiero tecnico scivoloso e un po' anche esposto, ma nessun problema con soccorso Alpino a sorvegliare dopo avere attrezzato in precedenza i punti più delicati.
Un lavoro veramente encomiabile, mi viene da pensare chi ve lo fa fare stare qua ore a badare a qualche centinaio di pazzi, che si arrangino direi io: invece no professionali, guidati come noi dalla passione per quello che stanno facendo: quindi grandi!
Procedo abbastanza spedito arrivo a Muslone controllo del 36° km, quindi Piovere e poi dentro nella valle su un bel sentiero che attraversa le cascate gonfie per la pioggia di giovedì: spettacolari.
Altro paesello, altra discesa, nuova risalita a Tignale, e poi ancora su al Santuario di Montecastello incastonato sul monte Cas, passaggio alla croce e picchiata verso Pralbione controllo e ritoro 51° km.
Sto ancora piuttosto bene, scendo nella forra di Campione risalgo dalla parte opposta mentre nel frattempo continuano a passare quelli della 50 km per cui la strada si popola saluto qualcuno che conosco, altri km passano tra boschi e prati, paesini con nomi un po' "strampalati" ma carinissimi, salite e discese arrivo al controllo ristoro del 63° km.
Qui le gambe cominciamo a protestare complice la salita, faccio finta di niente, avanti, arrivo sul Bestone al 66 km, suono la campana, mi faccio fare una foto dal ragazzo dell'organizzazione presente.
Sono le 20 le luci di Limone sono lì sotto, metto la frontale quella più potente, mancano ancora 9 km con discesa e un lungo traverso e una breve ma dura salita verso Dalco, tracciato che si vede distintamente, evidenziato dalla lunga e suggestiva fila di luci degli atleti che mi precedono. Spettacolare nell'ormai buio notturno.
Arrivo decorosamente a Dalco superato nel frattempo ma è già da un po', dai cinquantisti, alcuni dei quali mi incitano, grande mi dicono intuendo le mie difficoltà vedendo che faccio la 75 come se la 50 fosse niente penso io, che faccio i conti con con le residue forze ridotte al lumicino, tra un incessante scampanio di chi passa e vuole lasciare il segno: grandi ragazzi, siamo grandi tutti dal primo all'ultimo..
Ormai è fatta resta l'ultima discesa abbastanza tecnica, ma ci sono, mi sento ora lucido e determinato prendo di nuovo un bel ritmo e non mi supera quasi più nessuno.
Arriviamo in Limone a gruppetti ravvicinati, ultimo fuoriprogramma con passaggio sulla spiaggia ma in due punti la spiaggia non c'è, le balisse sì, perciò mettiamo i piedi per qualche metro in 20 cm di acqua del lago: al momento sembra una cosa assurda, ma siamo in quattro che vuoi fare è finita quindi tutti dentro, ci viene da ridere, come stamane siamo nella stessa barca fino alla fine, cosa vuoi che sia, penso è come se alla fine è il lago che ci ha salutato.
Due minuti e siamo nello stadio annunciati ad uno ad uno dallo speaker, ognuno protagonista e arricchito dalla propria grande giornata, e dal piccolo grande capolavoro fatto con la testa, le gambe e soprattutto con il cuore